“Ide, corri al Parco 7 Novembre, qui c’è stata una bella
tempesta di rogna. Portati qualcuno, c’è un bipede pronto per la Valhalla!”
Un’ enorme Luna gialla incassata nel cielo è alta a reggere
la notte. Ide e sua sorella Ana con uno scacciapensieri magico attirano a loro
lucciole per farsi strada nel buio lungo i sentieri del parco in cui si sono
introdotte attraverso un’inferriata predata dalla ruggine e forzata da qualche
avventore clandestino.
“MILIZIA – NON OLTREPASSARE”
è stampata su una ragnatela di nastro delimitando
la zona dove i dojo si sono dati battaglia.
Capelli, emesi, denti , brandelli di tessuto e chiazze di
sangue disseminano in ordine sparso il terriccio sotto i loro piedi. Ide e Ana
percepiscono brevi stralci di quel che è accaduto e non abituate a quella dose di
violenza raccapricciante, sentono il sinistro accapponare della loro pelle ricoprirle
in un gelido avvinghio.
Bastet estremamente scosso, continua ad agitare nervosamente la coda ed è
fermo in prossimità di una cavità sita ai piedi di un enorme masso.
“Ide, l’odore del
sangue su di lui è molto forte e sento battere appena il suo cuore.” dice
il gatto.
“Ide, entro io che
sono minuta. Lo imbraco e proviamo ad estrarlo sperando che l’ossuta dama
nera non se lo porti appresso.” dice Ana rivolgendosi a sua sorella.
Trascinarlo fuori dal buco fu difficile per le ragazze , ma
ancor più complicato caricarlo in un telo per portarlo all’ auto. Questo però
fu un problema trascurabile considerando che soccorrere un fuorilegge non è
contro la legge, ma lo è non denunciarne il rinvenimento.
“Ide , questo tizio ha commesso un reato. Se non lo
denunciamo, rischiamo la carcerazione e non può salvarci nemmeno il Principato
dei Divinatori!Lo scarichiamo al pronto soccorso e se la vedranno loro.”
“Certo e la Milizia lo preleverà senza nemmeno attendere che
gli vengano prestate cure sbattendolo in una cella a crepare come un cane.
Inoltre: ti ricordi quanto ci fu grato quel ministro quando salvammo suo figlio
da quella spora di fungo mutageno che ha trovato nel bosco? Ecco, ci deve un
favore. Per finire, non ho scelto di fare l’alchimista per non curare le
persone, quindi piombati quella tromba
di bocca che ti ritrovi e medicalo come si deve, aspirante soccorritrice alpina
del mio tacco 12!”
“Va bene ho capito,
non ce la fai proprio a non metterci nei guai. Comunque: la cassa toracica si
espande, ma la saturazione è pessima. Comincio a levargli la maschera e a
mettergli un po’ di ossigeno, sperando che non ci sia sangue raggrumato sotto
di essa ad incollargliela al viso”
Levata la maschera, Ide trasalì: Argo, è la persona celata
da quella maschera. Il gentile ragazzo del palazzo di fronte al negozio,
appartiene ad un dojo illegale.
Un rapido ricomporsi di piccoli particolari chiarirono a Ide
del perché il ragazzo era sovente curvato dalla fatica, claudicante e con
qualche segno di ecchimosi, cose che lui giustificava a chi lo conosceva come
cadute accidentali dalla bicicletta. Sì, perché egli lavorava come corriere in
bici.
Ricordò di quando sua madre
vendette una pomata antibiotica al ragazzo per medicare un orecchio che il
giovane stava siringando drenandolo dal sangue.
“Eh signora, per evitare un’auto, sono caduto dalla bici sbattendo
un orecchio a terra” nascondeva un
“Signora, sono un lottatore illegale. Rischio la pena capitale per questo, ma
amo farmi pestare come una fettina in luoghi isolati rischiando la pelle come un rospo vicino ad una superstrada.”
Arrivati a casa, la salute di Argo non sembrava migliorare.
“Respira male, l’ossigeno è a 6 litri al minuto. Ha
perso molto sangue e non sta per niente bene. In tutta sincerità, ho paura che
per il giovane samurai si metta male. Che facciamo?”
Caryn era piuttosto combattuta sul da farsi,ma quando guardò in faccia Argo ebbe una stretta al cuore. Dopodiché,rivolgendosi a Bastet chiese:
“Il bambino che
vi sfamò è lui, giusto?”
Il gatto annuì.
“Siamo in debito con lui. Inoltre, l’ho visto crescere e mi ha fatto
sempre una gran pena: fa male vedere un bambino non sorridere mai. A giudicare
dalle urla provenienti da casa sua, avere la sensazione di non sentirsi a casa nella propria dimora deve
essere terribile a quell’età. Ide: devi incidergli una runa Tiwaz multipla nelle carni e
dobbiamo sperare che qualche valchiria se lo prenda a cuore. Ciò guarirà le sue ferite e lo renderà vittorioso per le sue prossime battaglie,sperando che un giorno decida di piantarla con quelle fesserie.“
Ide andò a prendere un punteruolo ricavato dalla corteccia di quercia e Caryn preparò un pigmento
purpureo. Pur rifuggendo la violenza, Caryn si sentiva in dovere di aiutare il
giovane, la cui bontà e generosità d’animo tanto contrastavano con la furia che
aveva in corpo.
(continua)